Dall’esercizio di Scrittura e creatività “B&B e Hotel della meraviglia e del raccapriccio”
Gruppo di Scrittura creativa, ottobre 2017 (esercizio creato da Imma Acquaviva)
Autrice del racconto: Matilde Bedei
Ho aperto la mia casa agli estranei, ho dovuto farlo. La mia esistenza è stata sconvolta e Il mio orizzonte appiattito fino a considerare un privilegio l’opportunità di avviare una piccola attività ricettiva, mentre ero costretto a cambiar aria, trasferirmi altrove per nascondere indizi, depistare sospetti. Ripeto: le circostanze mi hanno costretto, dopo l’incidente. Fino a qualche mese fa, mai avrei pensato che il mio rifugio potesse diventare una mostra con i miei segreti camuffati ed esposti come quadri appesi.
Ecco arrivare le prime ospiti del mio B&B. Le due ragazze americane non sembrano spregiudicate come certi loro connazionali, forse provengono da quelle cittadine di provincia a metà fra il country e il puritano. Sono abbastanza graziose – la cosa mi solleva –, desiderano tuttavia fare un giro della casa prima di decidere – la cosa mi disturba. Le accompagno nelle camere da letto, ora arredate in stile shabby chic. Tutto così bianco e pastello, tutto così luminoso. Sono infastidito da tutta questa messinscena idillica: i miei poveri occhi gradirebbero le abituali luci soffuse. Ogni cosa sembra più bella quando è poco illuminata, ogni donna che è stata qui era bellissima al balugginìo delle candele nel buio, lei poi era la più bella di tutte.
Nessuno qui sa chi sono io, ma nemmeno lei lo sapeva, nemmeno lei lo capiva. Ma non ha più importanza, da quando mi sono spinto troppo oltre, nulla ha più importanza, nemmeno tutti i miei meravigliosi segreti, le mie opere, le mie collezioni. Sopravvivere, solo sopravvivere è importante adesso.
Accompagno le due ragazze nella zona della prima colazione e non notano le ombre dei vari strumenti, miei unici amici. I rami di betulla, non più frustini, sono ora intrecciati e stretti da nastri rosa in un grazioso centrotavola; i neri ganci metallici appesi al soffitto sono trasformati in suggestive applique celesti e sostengono grappoli di glicine e corone di margherite; Le corde, ripulite e lavate, avvolgono a spirale vasetti di vetro disposti in ordine sul davanzale della finestra. Dalle tende leggere penetrano i raggi del sole. Incredibile quanto la luce possa modificare la percezione dei nostri sensi! Le ragazze sembrano soddisfatte anche quando accenno che i muri sono insonorizzati. Del resto, non sarebbe sconveniente rendere pubbliche certe cose che avvengono in privato? Mi chiedo che gemiti possano fare queste due donne dai seni appena coperti dalle camicette floreali. La bionda soprattutto, che sembra più timida, deve sapere di miele e cannella. Sono bravo e fortunato nell’apparire innocuo: modi gentili, viso gradevole, sorriso rassicurante e sguardo amichevole mascherano la mia anima e rendono inimmaginabili i miei pensieri, rovine di un edificio interiore che non potrò più ricostruire. E mi chiedo: “riuscirò a controllare tutte queste polverose macerie?”.
Le Americane intanto si mostrano entusiaste del giro appena terminato, sono convinte. Le ringrazio con il fare più suadente possibile, anche se una piccolissima parte di me – quella più umana – vorrebbe dirglielo: scappate!